Da perito a libraio, Valerio va in pensione «Mi considero un salumaio che ha cercato di fare bene il suo mestiere. E che ha trascorso dieci anni in libreria prima di azzardarsi a dare il primo consiglio»
Da perito elettronico a libraio. Valerio è stato il volto storico di Rinascita, della libreria che una volta era in vicolo Calzavellia e ora è in via della Posta. Sessantasei anni, 35 dei quali passati in libreria, fino alla pensione. «Sono arrivato per caso – racconta Valerio -. La libreria la frequentavo, a scuola ammiravo il bibliotecario ma se sono arrivato a Rinascita è grazie a un\’amica della federazione del Pci: stavano cercando persone per lavorare in libreria, lei sapeva che io stavo cercando lavoro ed eccomi qua». Chi si immagina un partito che decide su ogni cosa della libreria prende una cantonata. Valerio di quegli anni ricorda che «i rapporti col partito erano limitati, erano soprattutto lettori che venivano in libreria». Insomma, la libreria era d\’area, ma soprattutto culturale. E, a proposito di cultura, Valerio ama ricordare Elena (Piovani, ndr), «la sua grande capacità di fare politica culturale, di portare in città persone come Geymonat o Musatti».
Di sé non dice molto: «Mi considero un salumaio che ha cercato di fare bene il suo mestiere. E che ha trascorso dieci anni in libreria prima di azzardarsi a dare il primo consiglio». Di narrativa, non di saggistica: «Due mondi diversi. Salvo pochi casi chi acquista il saggio sa esattamente cosa sta cercando e come muoversi. Per la narrativa funziona il passaparola e in molti casi sono stati i lettori a consigliare al libraio». Il mondo della \’vecchia\’ Rinascita, «il sentirsi parte di una casa comune della sinistra», ha funzionato fino a metà degli anni Duemila: «Poi è iniziato un cammino nel deserto, con la sensazione che un mondo fosse finito». Anche la libreria è entrata in crisi: «Ed è solo grazie alle cooperative che sono subentrate nel 2015 se la libreria è rimasta in piedi». Un cambio di proprietà che è stato anche cambio di sede (in via della Posta) e ampliamento di prospettiva e di riferimenti culturali. «Di sicuro si è avvicinato anche un pezzo di mondo, anche di area cattolica, che prima la libreria non la frequentava», osserva Valerio.
L\’avvento di Amazon? «Ci ha obbligato a diventare veloci, per un libro una volta aspettavi anche settimane, adesso in due giorni lo devi procurare». Dopodiché, siccome la velocità non basta (e comunque una libreria grande come quella di Bezos non ce l\’ha nessuno) fondamentale diventa anche la relazione col cliente. «È in questo contesto che librerie indipendenti come Rinascita sono sopravvissute. Nel lockdown hanno sofferto più le librerie di catena». Adesso largo ai giovani, a Sivlia, Alberto, Stefano, Alessandro: «Io ho portato la mia esperienza ma adesso è giusto che siano loro a portare le loro idee, suggerimenti, amori, passioni». Sapendo che i libri, come poche altre cose, «ti permettono di aprirti uno sguardo sul mondo che altrimenti non avresti».
Brescia, 1 gennaio 2021