Il Bistrò, Antonio e il senso del fare insieme nei giorni scorsi la sospirata pensione, ma continuerà a fare il volontario
Questa settimana Antonio è andato in pensione. Per chi lo frequentava, era da anni una delle anime del Bistrò popolare di via Industriale a Brescia. Fino a sei anni fa per lui non era tanto facile per lui guardare al futuro. Era il febbraio del 2013 quando arrivava al Centro Diurno L\’Angolo, appena uscito dal pronto soccorso dove era stato curato per la frattura ad una gamba procurata da una banale scivolata. Quell’incidente gli era capitato mentre era in strada, lontano da casa e famiglia, in giro a cercare un lavoro. Dopo 38 anni e 8 mesi di contributi, infatti, la sua carriera di tipografo era finita nel nulla, con il fallimento dell\’azienda in cui lavorava.
«Antonio – racconta Domenico Bizzarro, presidente della cooperativa sociale ArticoloUno- ci ha consegnato al suo arrivo uno stato d\’animo riassumibile con il termine resa. Lavorava, aveva una famiglia, aveva degli amici. Tutto al passato. Una resa senza condizioni. Dormiva sui treni e al mattino arrivava al centro per farsi una doccia, per radersi, per ristabilire un contatto con le abitudine passate. È arrivato nel periodo in cui stavamo trasformando il Centro Diurno L\’Angolo in qualcosa di diverso, stavamo facendo spazio all\’inclusione lavorativa. Si è dato subito da fare, lo ricordo che si muoveva da abitudinario del lavoro. In poco tempo ha trovato una dimora, prima che concreta direi emotiva. Ha stabilito delle buone relazione improntate alla lealtà, alla gratitudine e alla simpatia. Sono trascorsi cinque anni. Da quattro ha un casa vera e dal primo ottobre anche una pensione di anzianità. Mi ha detto che verrà a fare il volontario in cooperativa perché le buone abitudine non si devono perdere. Per noi è stato un sostegno importante, la certezza che la rotta che stavamo seguendo era giusta».
Qui c\’è la video intervista fatta un anno fa